Numero di registrazione ARIS: J6-50196
Durata del progetto: 1° ottobre 2023 – 30 settembre 2026
Promotore del progetto: CRS Capodistria, Istituto per gli Studi Filosofici e Religiosi
lavorazione del sale, saggezza ambientale, conoscenza esperienziale, eco-etnografia, patrimonializzazione, convivenza, scienze umane ambientali, ecofenomenologia, ecosofia, patrimonio culturale e naturale, saline, esperienza elementale, divenire biosociali, sale, cristallizzazione, pensiero critico incarnato
Il progetto di ricerca prende in esame la salicoltura tradizionale – ovvero la lavorazione artigianale del sale marino – sotto il profilo dell’incarnazione di una saggezza pratica. Nella parte sud-occidentale della Slovenia, la lavorazione del sale è caratterizzata da un paesaggio pittoresco e da un ricco patrimonio culturale. Raramente la lavorazione del sale viene percepita come una sovrapposizione unica e costante di fattori umani e non umani presenti nelle saline. Questa ricerca mira a comprendere la salicoltura come il riflesso della coesistenza tra uomo e ambiente. L’ambiente offre e trasmette la sua saggezza all’uomo, il quale con il tempo finisce per incorporarla attraverso l’esperienza. L’obiettivo della ricerca è aprire le porte a una nuova comprensione della lavorazione del sale sotto il profilo dell’antropologia ambientale. La ricerca si basa su intuizioni transdisciplinari innovative dal punto di vista della filosofia, del patrimonio e della tradizione culturale, della formazione di una comunità e della governance trasformativa orientata verso la sostenibilità.
L’obiettivo principale della ricerca è realizzare un contributo transdisciplinare che considera il patrimonio odierno della lavorazione del sale come una saggezza ambientale esperienziale che deriva dal rapporto unico tra uomo e ambiente. Poggia sulle seguenti linee guida:
- acquisire conoscenze etnografiche sulla lavorazione del sale sotto il profilo della collaborazione esperienziale tra i salinai, le salinaie e le saline;
- fare luce sulle relazioni tra le salinaie, i salinai e le saline nei termini dell’influenza reciproca sulla loro formazione come divenienti biosociali;
- scoprire le nuove ecosofie che nascono da queste relazioni e percepirle come fondamenta potenzialmente fertili per;
- rivalutare il patrimonio della lavorazione del sale e l’importanza della salicoltura per la convivenza ambientale.
L’originale approccio eco-etnografico di questa ricerca prevede di: a) pensare oltre la divisione tra natura e uomo, b) adottare una mentalità post-antropocentrica e c) considerare il contesto relazionale degli esseri come entità biosociali in divenire. Le basi transdisciplinari della ricerca, concepite in modo ecocentrico, consentono un arricchimento reciproco delle conoscenze, aprendo lo spazio a delle potenziali ecosofie emergenti che sono formative per la tradizione della lavorazione del sale. La ricerca presta particolare attenzione agli elementi – acqua, aria, fuoco, terra – che si cristallizzano e si concentrano in un grano di sale. Pensando con le filosofie di Maurice Merleau-Ponty e Gaston Bachelard, la ricerca mira a plasmare una nuova ecofenomenologia elementale. Il progetto si basa sul metodo eco-etnografico e sul lavoro sul campo, riunendo in questo modo le branche della conoscenza appartenenti alle scienze umane ambientali quali l’antropologia ambientale, l’ecofilosofia, la geografia, gli studi sul patrimonio culturale ovvero la patrimonializzazione e l’ecologia politica. Il progetto fornisce con ciò un esempio concreto di come le scienze umanistiche possano svilupparsi in una propria versione di post-umanistica critica, atta a promuovere un pensiero post-antropocentrico e che consente di comprendere la conoscenza come qualcosa che è stato creato sulla base delle relazioni biosociali degli esseri umani con elementi non umani quali l’ambiente e i suoi elementi nonché con altre popolazioni. La maggior parte dei metodi di ricerca si svolge nel contesto del lavoro sul campo, dove il metodo centrale consiste dell’osservazione partecipante. Le saline sono una fonte centrale di raccolta dati, osservazione, collaborazione, esperienza e condivisione di conoscenze eco-etnografiche. Altri importanti metodi specifici del progetto sono il pensiero critico incarnato, la microfenomenologia, i walking seminars e l’ecofenomenologia elementale. metod raziskave se izvaja v okvirih terenskega dela, med katerimi je osrednja metoda opazovanje z udeležbo. Soline so osrednji vir zbiranja podatkov, opazovanja, sodelovanja, izkušanja in deljenja ekoetnografskih spoznanj. Druge pomembne specifične metode projekta so med drugimi utelešeno kritično mišljenje, mikrofenomenologija, hodinarji in elementalna ekofenomenologija.
Il lavoro scientifico del progetto di ricerca di base “Grano di sale, cristallizzazione della convivenza: la lavorazione del sale come saggezza ambientale esperienziale” (J6-50196) è finanziato dall’Agenzia pubblica per la ricerca scientifica e l’innovazione della Repubblica di Slovenia (ARIS).
Gruppo di progetto
La ricerca è condotta da un gruppo di ricerca interdisciplinare che fornisce una solida base per la creazione di una comprensione ecocentrale, transdisciplinare e fluidamente innovativa della lavorazione del sale. Oltre alla sua opera di ricerca nell’ambito delle scienze umane ambientali, la responsabile del progetto, Maja Bjelica (PhD in Antropologia), è stata coinvolta negli ultimi sei anni nel coordinamento di un gruppo di volontari che si occupa della lavorazione del sale. Il suo legame con le saline garantisce l’accesso al luogo oggetto della ricerca e permette di fare rete con la comunità salinara. Un simile legame unisce alle saline anche Primož Pipan (PhD in Geografia), che tra il 1999 e il 2005 ha gestito sette campi di volontariato internazionali sul tema della lavorazione del sale. Altri tre membri del gruppo di progetto hanno legami diretti con le saline e forniscono ulteriori preziosi collegamenti con la comunità locale: Barbara Bradaš Premrl (MSc in Management Didattico) provvede al supporto tecnico e possiede competenze nel lavoro editoriale, Daša Ličen (PhD in Antropologia) si occupa della patrimonializzazione e della storia locale e Matjaž Kljun (dottorando in Ecologia politica), che da oltre un decennio svolge ricerche sul patrimonio culturale delle saline e, essendo attualmente impiegato come specialista nella conservazione presso l’Istituto sloveno per la protezione del patrimonio culturale (ZVKDS), garantisce l’accesso ai documenti di riferimento. Kljun lavora a stretto contatto con Jerneja Penca (PhD in Legge Internazionale), che studia gli aspetti della governance ambientale e sostenibile dei sistemi socio-ecologici a livello globale, regionale e nazionale, apportando la sua esperienza al collegamento tra la conoscenza esperienziale e il cambiamento trasformativo. Gli approfondimenti legati alle ecosofie vengono portati avanti da Petri Berndtson (PhD in Filosofia) e da Lenart Škof (PhD in Filosofia), entrambi ricercatori di spicco nel campo della filosofia respiratoria, che si avvicinano al campo delle ecosofie partendo dall’ecofenomenologia elementale. Le loro idee sono integrate da ecosofie formate da saperi esperienziali rivelati attraverso la ricerca ecocentrale sul campo.
Responsabile del progetto
collaboratrice scientifica, viceresponsabile dell’Istututo per gli Studi Filosofici e Religiosi
La dott.ssa Maja Bjelica, viceresponsabile dell’Istituto per gli Studi Filosofici e Religiosi CRS Capodistria, colloca la sua attività di ricerca nell’ambito del progetto nel campo delle scienze umane ambientali, soprattutto dell’antropologia ambientale supportata dal metodo etnografico e della filosofia ambientale, che sviluppa sulla base delle ecosofie relazionali e dell’ecofenomenologia elementale. In qualità di responsabile del gruppo di progetto, aspira a stabilire un approccio transdisciplinare al tema della ricerca – la lavorazione del sale, e si impegna nell’arricchimento reciproco delle conoscenze e delle riflessioni legati alla ricerca. Si concentra a rivelare la lavorazione del sale come un’attività che è il risultato della coesistenza tra uomo e natura, tra individui, tra comunità e ambiente, tra soggetto e habitat, sempre porosamente interconnessi.
Gruppo di progetto
collaboratore scientifico
Nell’ambito del progetto, il dr. Petri Berndtson, collaboratore scientifico presso l’Istituto per gli Studi Filosofici e Religiosi CRS Capodistria, concentra la sua attività di ricerca nei campi intersecanti della filosofia degli elementi (in particolare la poetica elementale di Gaston Bachelard), della filosofia respiratoria (Berndtson 2023) e dell’ecofenomenologia (in particolare la fenomenologia della percezione degli elementi di Maurice Merleau-Ponty). In dialogo con queste prospettive filosofico-metodologiche intersecanti, Berndtson si propone di sviluppare un nuovo approccio elementale e fenomenologico in cui la formazione del sale tramite il processo di cristallizzazione possa essere intesa esperienzialmente come reversibilità atmosferica e coesistenza tra gli elementi (aria, acqua, fuoco e terra) e i salinai e le salinaie come corpi-soggetti situati respiranti.
consulente scientifico, responsabile dell’Istituto per gli Studi Filosofici e Religiosi
Il prof. dr. Lenart Škof, responsabile dell’Istituto per gli Studi Filosofici e Religiosi CRS Capodistria, in qualità di uno dei ricercatori leader nel campo della filosofia respiratoria e della filosofia elementale in senso lato nonché delle relative scienze umane ambientali, esplora nell’ambito del progetto i nuovi aspetti della filosofia elementale dell’aria, dell’acqua, della terra e del fuoco, utilizzando i metodi dell’ecofenomenologia, della filosofia della natura e della filosofia respiratoria, che egli stesso sviluppa. Discute inoltre l’ontologia elementale contemporanea dei minerali e dei cristalli, basata sulle intuizioni filosofiche di Ernst Haeckel, anche se recentemente questi temi sono stati ripresi dai rappresentanti del nuovo materialismo. Nel quadro dei temi dell’ecosofia presta particolare attenzione all’originale posizione filosofica dell’interconnessione dell’abitare elementale-atmosferico come nuova branca dell’ecofenomenologia, il che può essere direttamente collegato allo studio della lavorazione del sale come pratica filosofica ed esperienziale.
collaboratrice scientifica senior, direttrice dell’Istituto Mediterraneo di studi ambientali
Jerneja Penca, responsabile dell’Istituto Mediterraneo di Studi Ambientali CRS Capodistria, applica la sua conoscenza della gestione ambientale e sostenibile per comprendere il funzionamento e il possibile futuro delle Saline di Sicciole. Nell’ambito del progetto, contempla il ruolo limitante e facilitante delle norme giuridiche, delle istituzioni e dei paradigmi nella costruzione delle saline come spazio di coesistenza e sostenibilità, poggiando sulle scienze sociali e sulle scienze umane ambientali, come trasmesso dal resto del gruppo di ricerca.
assistente
Matjaž Kljun, assistente presso l’Istituto Mediterraneo di Studi Ambientali CRS Capodistria, conduce nell’ambito del progetto una ricerca sui discorsi ambientali nel caso di studio delle Saline di Pirano e di Sicciole. Approfondisce le condizioni culturali e strutturali in cui l’attività della lavorazione del sale si è formata nel passato e le condizioni in cui si svolge nel presente. Trae conclusioni sulle caratteristiche culturali e strutturali del lavoro nelle saline e sui metodi di gestione ambientale e territoriale basandosi sulla comprensione delle percezioni degli attori coinvolti, sulla storia dell’area e sulle relazioni attuali che costituiscono la realtà delle saline. Analizza il tema attraverso i discorsi del pensiero politico ecologico. Esplora la possibilità di concepire soluzioni alle sfide del territorio attraverso i germi comunicativi della democrazia deliberativa.
master of science
Barbara Bradaš Premrl, bibliotecaria presso il CSR Capodistria, ha diversi anni di esperienza nel campo della biblioteconomia in organizzazioni di istruzione superiore e di ricerca scientifica nonché nel coordinamento di progetti nazionali e internazionali. Nell’ambito del progetto è coinvolta nell’amministrazione e nel coordinamento delle attività del progetto, gestisce le bibliografie personali dei ricercatori e delle ricercatrici, aiuta a garantire libero accesso alle loro pubblicazioni scientifiche, partecipa alle procedure editoriali e all’organizzazione degli eventi del progetto. Rappresenta, inoltre, un collegamento diretto con la comunità locale delle Saline di Sicciole.
Membri del gruppo di progetto delle istituzioni partner
Istituto di Geografia Anton Melik ZRC SAZU
Il dr. Primož Pipan, collaboratore scientifico presso l’Istituto di Geografia Anton Melik ZRC SAZU, conduce una ricerca sulla lavorazione del sale dal punto di vista del paesaggio. È particolarmente interessato alle possibilità di rivalutare il patrimonio delle Saline di Sicciole nell’ottica del superamento del vecchio divario tra patrimonio culturale e naturale. È coinvolto nell’organizzazione dei cosiddetti walking seminars nelle Saline di Sicciole. Lavora inoltre alla comparazione della patrimonializzazione della salicoltura e delle saline a Sicciole e delle saline in Italia, Croazia e Francia.
Istituto di Etnografia slovena ZRC SAZU
La dott.ssa Daša Ličen, docente presso l’Istituto di Etnografia slovena ZRC SAZU, è un’antropologa storica, esperta di storia della regione e dei processi di patrimonializzazione. La sua ricerca principale nell’ambito del progetto si concentra sulla patrimonializzazione delle saline e del lavoro dei salinai e delle salinaie, soprattutto alla luce della persistente, ma discutibile, divisione tra patrimonio naturale e culturale.
Attività di ricerca
Programma di ricerca
Il programma di ricerca è diviso in due parti e consiste in attività di ricerca incentrate sull’ambiente e nelle cosiddette attività di ricerca di supporto che si arricchiscono a vicenda. Le prime si svolgono per lo più simultaneamente e sono complementari tra loro, le seconde, invece, sono svolte durante periodi o eventi specifici della ricerca, ad esempio durante la raccolta del sale, e sono direttamente collegate a tutti e quattro i pilastri delle attività di ricerca primarie.
A) Attività di ricerca ecocentrali
A1) Approfondimento della ricerca ecocentrale: l’esperienza della lavorazione del sale
Questa attività di ricerca sul campo è stata concepita nella sua dimensione più ampia per garantire una conoscenza esperienziale della lavorazione artigianale del sale. Particolare attenzione è rivolta alla percezione della salicoltura radicata nell’ambiente.
- Introduzione alla lavorazione del sale: raccolta preliminare di dati e preparazione al lavoro sul campo, mappatura del terreno, esplorazione dell’assetto materiale e sociale delle saline, integrazione nella comunità salinara;
- Scoprire la lavorazione del sale (1° anno): unirsi ai salinai esperti per apprendere gradualmente le abilità specifiche della lavorazione del sale e acquisire conoscenze;
- Diventare salinai e salinaie (2° anno): applicare l’esperienza acquisita e partecipare in modo autonomo all’intero processo della lavorazione del sale;
- Diffusione della lavorazione del sale (3° anno): trasferire le competenze e le conoscenze acquisite della lavorazione del sale a persone e gruppi interessati (comunità locale, ricercatori e ricercatrici, comunità di studenti, ecc.).
A2) Ricerca eco-etnografica delle relazionali biosociali
Questa parte della ricerca si concentra sullo svelamento della lavorazione del sale come processo che emerge dalla relazione porosa tra attori umani e non umani, cioè tra i salinai e le salinaie e le saline stesse. Per approfondire le molteplici domande di ricerca vengono utilizzati approcci diversi:
- interviste I-II (non strutturate e semi-strutturate) con la comunità salinara e altre persone che vi prendono parte;
- ricerca ecofenomenologica dell’impatto delle relazioni con gli attori più-che-umani presenti nell’attività della salicoltura (saline, sale, salamoia o acqua madre, vasche salanti, argini di fango…);
- analisi dei rapporti instaurati con i salinai e le salinaie, le saline e i suoi elementi (acqua – mare, aria – vento, fuoco – calore solare, terra – petola) sulla base del pensiero critico incarnato che consente un’autovalutazione della conoscenza esperienziale acquisita;
- osservazione dele caratteristiche della comunità salinara e la formazione della sua coesistenza ambientale.
A3) Ricerca delle ecosofie: indagine elementale
Un’analisi ecofilosofica dei dati e dell’esperienza acquisiti per rivelare possibili ecosofie dei salinai e delle salinaie, della lavorazione del sale e dei suoi elementi.
- interviste III-IV (strutturate): interviste approfondite basate sui metodi del pensiero critico incarnato e della microfenomenologia che pongono l’accento sull’autoriflessione ecofenomenologica della propria esperienza dell’ambiente e della propria incarnazione nell’ambiente, orientata verso la possibilità di articolare ecofilosofie specifiche;
- autoanalisi dei ricercatori e delle ricercatrici sulla possibilità di creare un’ecosofia specifica basata sull’esperienza della lavorazione del sale;
- (ri)stabilire un’ecofenomenologia elementale nelle saline: la relazionalità delle saline; comprendere il sale come risultato dell’interazione di quattro elementi che tramite la concentrazione si cristallizzano attraverso ilsale e come sale;
- esplorare le analogie tra gli studi di Bachelard sulle concezioni alchemiche del sale e del corpo (“flesh”) secondo Merleau-Ponty.
A4) Patrimonializzazione e convivenza ambientale
Indagare l’impatto delle conoscenze esperienziali acquisite e delle ecosofie identificate sul processo di patrimonializzazione e sulla formazione e comprensione della convivenza ambientale.
- La questione del concetto del patrimonio della salicoltura e della misura in cui esso tiene conto dell’unicità con la quale la lavorazione del sale si inserisce nell’ambiente;
- Esplorare la possibilità di rivalutare il patrimonio della salicoltura nell’ottica del superamento del vecchio divario tra patrimonio culturale e naturale;
- Evidenziare l’esperienza della lavorazione del sale come forma di sostenibilità nel pensiero e nella pratica;
- Riflessione sulle possibilità di governance e sugli ostacoli alla diffusione delle pratiche trasformative.
B) Attività di ricerca di supporto
B1) Walking seminars
I walking seminars sono stati progettati da Nick Shepherd e colleghi nel 2014 e si basano sull’esplorazione incarnata del paesaggio e includono l’etnografia del camminare.
B2) Documentazione audiovisiva
Le fotografie, i filmati e le registrazioni sonore forniscono in qualità di dati di ricerca aggiuntivi generati durante le diverse attività di ricerca un’opportunità di feedback eco-etnografico per tutta la durata del progetto.
B3) La lavorazione del sale: eco-etnografia comparata
Ricerca esperienziale sul campo della lavorazione del sale nelle saline all’estero: a Cervia in Italia, a Nin e Ston in Croazia, e a Guérande in Francia. Ciascuna di esse, della durata di circa due settimane, offre una breve panoramica su altri possibili ecosofie delle saline.
B4) Eco-collaborazione: i salinai e le salinaie diffondono e condividono la loro saggezza esperienziale
Un’attività congiunta di scambio di informazioni, conoscenze ed esperienze legate alla lavorazione del sale:
- “Annotazioni salate”: una piattaforma pubblica online per la condivisione delle esperienze dei salinai e delle salinaie
- “Esperienza salata”: laboratori congiunti legati all’esperienza della lavorazione del sale.
Obiettivo e significato del progetto
Il progetto mira anche a far conoscere alla comunità locale, al pubblico interessato e agli scienziati e scienziate l’odierna lavorazione del sale sotto il profilo di una nuova prospettiva di saggezza ambientale esperienziale. Questa ricerca ecocentrale prevede un lavoro sul campo a lungo termine. I membri del gruppo di ricerca sono coinvolti nei processi della lavorazione del sale nel Parco Naturale delle Saline di Sicciole e collaborano con la comunità e l’ambiente delle saline.
L’importanza del progetto di ricerca per lo sviluppo della scienza è piuttosto stratificata, in quanto si svolge in un’area di ricerca transdisciplinare e adotta diverse metodologie in vari campi di ricerca delle scienze umanistiche. In primo luogo, contribuisce in modo determinante a riconcepire e a comprendere in modo alternativo il patrimonio della salicoltura, ancora attivo in Slovenia e all’estero, soprattutto sulla base di un approccio etnografico, offrendo così un’integrazione essenziale alla conoscenza della lavorazione del sale nel passato. In secondo luogo, l’esplorazione dell’aspetto relazionale dell’essere in divenire biosociale offre un’alternativa alla divisione tra natura e cultura. Ciò offre di conseguenza una base antropologica e filosofica per sviluppare un approccio relazionale verso l’ambiente che va oltre la sua strumentalizzazione. In terzo luogo, la ricerca delle ecosofie è anche un modo innovativo di esplorare le relazioni nell’ambiente e con l’ambiente, che incoraggia l’articolazione e la concettualizzazione di teorie originali anche nei settori della patrimonializzazione e dei cambiamenti ambientali sostenibili. In quarto luogo, il progetto di ricerca rappresenta l’esempio delle possibili modalità di applicazione dei metodi di ricerca innovativi in contesti di lavoro sul campo, come il walking seminar, il pensiero critico incarnato, la microfenomenologia e l’ecofenomenologia elementale, il che contribuisce a sua volta a superare il divario tra teoria e pratica.
I risultati non saranno presentati solo attraverso pubblicazioni scientifiche di articoli e presentazioni alle conferenze, ma anche attraverso l’organizzazione di un incontro scientifico e la pubblicazione di una raccolta di testi sul tema della lavorazione del sale, promuovendo così la collaborazione scientifica transdisciplinare. Il progetto è ideato per diffondere i suoi risultati al di là della comunità scientifica. Offre la possibilità di arricchire la collezione etnografica sulla lavorazione del sale esistente nel Museo delle Saline. Attraverso le attività congiunte previste (mostra pubblica, creazione di una piattaforma online per lo scambio di esperienze, offerta di un’esperienza interattiva dell’attività di lavorazione del sale), il progetto di ricerca cerca di presentare i suoi risultati alla comunità locale, alle istituzioni coinvolte nella gestione di questa tradizione nonché alle autorità locali e nazionali responsabili della sua conservazione. Ciò consente non solo di diffondere la conoscenza di questa tradizione contemporanea, ma anche di promuovere la ricerca scientifica nel campo delle scienze umane ambientali.
Realizzazione
2024
Presentazioni pubbliche del progetto
Velike Karlovice (Repubblica Ceca), 25 settembre 2024, e Lubiana, 26 settembre 2024
Le due membri del gruppo di progetto, la dott.ssa Jernej Penca e la dott.ssa Maja Bjelica hanno presentato i contenuti del progetto in due eventi pubblici internazionali, il primo a Velike Karlovice nella Repubblica Ceca e il secondo a Lubiana. Penca ha partecipato al workshop internazionale dal titolo Nature-based governance: prospettive coevolutive e trasformative sulla biodiversità e sulle crisi climatiche, dove ha presentato il suo pensiero sulla questione “How transformative is the nature restoration law?” (“Quanto trasformativa è la legge sul ripristino della natura?”), in cui ha incluso anche l’esempio delle saline. All’evento TO)pot: Festival korenite zvočne hoje, Bjelica ha tenuto una conferenza itinerante “Poslušanje ritmov, poslušanje tišin” (“Ascoltare ritmi, ascoltare silenzi”), in cui ha anche introdotto una riflessione sull’ascolto e sui silenzi nel contesto dell’esperienza della lavorazione del sale
Alla scoperta della lavorazione del sale: lavoro stagionale sul campo ed esperienza incarnata ecocentrale
Le Saline di Sicciole, Lera, 27 giugno –5 settembre 2024
Per il primo anno del progetto di ricerca, il lavoro sul campo e la base per l’immersione nell’esperienza ecocentrale della lavorazione del sale. In questo ambito di scoperta esperienziale, i membri del gruppo di progetto hanno gradualmente acquisito competenze specifiche del lavoro in collaborazione con l’aiuto di salinai locali. Alla fine di giugno ci siamo uniti ad un gruppo di salinai e salinaie presso il Stabile N19 e con loro abbiamo prima preparato la salina e poi anche raccolto il sale. Abbiamo scoperto che i salinai e salinaie vivono e lavorano in armonia con gli altri esseri viventi nelle saline e cercano di rispettare l’ambiente. Inoltre, il loro lavoro interferisce minimamente con il loro spazio vitale, ma dall’altro campo, le loro condizioni di lavoro sono estremamente impegnative e difficili. Nonostante lo sforzo fisico del lavoro, l’ambiente in cui viene svolto il lavoro offre un’atmosfera idilliaca e rilassata supportata dal silenzio, dalla pace e dall’aria salmastra. Alcuni di noi hanno riconosciuto una sorta di routine nel lavoro delle saline, poiché la quotidianità e la ripetitività sono le sue caratteristiche fondamentali. Tra le scoperte essenziali c’è che l’esperienza della lavorazione del sale ha cambiato il pensare scientifico riguardo la lavorazione di sale stessa. Anche una conoscenza teorica approfondita del processo di lavorazione o una conoscenza approfondita della sua storia non possono in alcun modo sostituire l’esperienza della lavorazione del sale, cioè il coinvolgimento fisico nel processo di lavorazione del sale e nella convivenza con l’ambiente salino. Siamo diventati consapevoli del fatto che la realizzazione delle saline richiede una grande conoscenza approfondita, che viene trasmessa di stagione in stagione, di anno in anno, di generazione in generazione. Senza questo tipo di esperienza è inimmaginabile quanti fattori influenzano il processo della lavorazione del sale! Dalle condizioni meteorologiche ai modelli di flusso dell’acqua, dalla durata della giornata al corretto utilizzo degli strumenti – tutti fattori che si influenzano a vicenda. Allo stesso tempo, si è potuto constatare che la lavorazione del sale rappresenta uno stile di vita alternativo a quello moderno, veloce e tecnologico, poiché il lavoro è prevalentemente manuale, con materiali naturali e all’aria aperta. Imparare la lavorazione del sale ci ha messo nella posizione di ascoltatori, abbiamo capito che sono necessarie molta pazienza e tenacia per lavorare il sale correttamente. Aspettiamo ulteriori esperienze.
Ricerca comparativa sulla lavorazione del sale: Nin, Pag e Ston (Croazia)
Nin, Pag e Ston, 16 – 19 luglio 2024
In collaborazione con il programma di ricerca “Patrimonio ai margini: nuove prospettive sul patrimonio e sull’identità all’interno e all’esterno del territorio nazionale” (ARIS, P5-0408) e il progetto di ricerca “Grano di sale, cristallizzazione della convivenza: la lavorazione del sale come saggezza ambientale esperienziale” (ARIS, J6-50196), il ricercatore Primož Pipan – Centro di ricerca scientifica dell’Accademia slovena delle scienze e delle arti (ZRC SAZU) ha svolto tra il 16 e il 19 luglio 2024 un lavoro sul campo nelle saline della costa croata, dove ha imparato a conoscere i processi tradizionali della lavorazione del sale marino. Nelle saline di Nin ha visitato la Casa del sale, il Museo del sale e il negozio dell’azienda Solana Nin. Il 18 luglio ha partecipato alla giornata porte aperte delle saline di Nin. A Pag ha visitato il Museo del sale allestito negli ex magazzini del sale nella città di Pag. Nelle saline di Pag ha partecipato all’escursione “mattinata nei campi di sale” e ha visitato il negozio di sale Butiga di Solana Pag. Nelle Saline di Ston ha visitato il Museo delle saline di Ston in corso di realizzazione e i campi di sale delle Saline di Ston.
Pipan osserva che nelle saline della Croazia, a differenza della Slovenia (Pirano), la cristallizzazione del sale non avviene su un substrato di terreno costituito da un biosedimento chiamato “petola”. A Ston e a Nin, la cristallizzazione del sale avviene rispettivamente su pavimenti in pietra e in calcestruzzo. A Pag, la produzione di sale avviene in una fabbrica di sale moderna. Qui i vecchi campi di sale vengono utilizzati solo per l’evaporazione e per aumentare la salinità della salamoia prima della fase di cristallizzazione in fabbrica. Solo di recente, al fine di mostrare la produzione tradizionale di sale, è stato allestito a Pag un ex campo di sale in cui la cristallizzazione del sale avviene su un terreno costituito dal biosedimento chiamato “petola”.
Walking seminar I – ACQUA
Saline di Sicciole, 25 e 26 aprile 2024
Il nostro primo walking seminar, basato sulla camminata e sulla scrittura, entrambe metodi di esplorazione congiunti, si è svolto nelle Saline di Sicciole. Durante il walking seminar ci siamo incentrati sull’argomentazione della lavorazione del sale quale saggezza ambientale esperienziale e sulla ricerca di circostanze, esempi ed esperienze che sostengono o contraddicono quest’ipotesi. La nostra ricerca si inserisce nella filosofia elementale, seguendo l’idea che nel contesto della lavorazione del sale i quattro elementi di base, acqua, aria, fuoco e terra, si cristallizzano congiuntamente in un nuovo materiale, un cristallo, cioè il sale.
Il primo dei quattro walking seminar ha scelto l’acqua come propria guida. Camminare con l’acqua è stato il metodo centrale della nostra ricerca sul campo. L’acqua ci ha parlato del luogo, dell’attività, del patrimonio, dei suoi concittadini e coresidenti e di altre cose che ancora non conoscevamo. Ecco perché la questione chiave della ricerca è anche una questione sull’acqua: Cosa fa l’acqua? Cosa porta con sé e cosa porta via? Come si porta, come si comporta?
Oltre ai quattro membri del gruppo di progetto, hanno partecipato al walking seminar anche due salinai. Abbiamo inoltre incontrato il curatore del Museo del Mare “Sergej Mašera” di Pirano, il dottor Flavio Bonin, che ha presentato il Museo delle Saline e ci ha svelato alcune delle specificità delle saline piranesi del passato. Abbiamo esplorato insieme attraverso l’esperienza dello spazio e delle attività, condividendo i nostri pensieri, riflessioni, incertezze, osservazioni, conversazioni, ascoltando. Ognuno di noi ha assunto uno specifico ruolo nella divulgazione del sapere legato alla lavorazione del sale, sia esso esperienziale o concettuale. Abbiamo condiviso e discusso tra noi le nostre esperienze e, una volta terminato il walking seminar, le abbiamo anche registrate sotto forma di parole, schizzi, frasi, saggi e altri mezzi espressivi.
Ricerca eco-etnografica comparativa sulla lavorazione del sale: Cervia (Italia)
Cervia, 30 marzo – 4 aprile e 4 – 6 agosto 2024
All’inizio della primavera, la dott.ssa Maja Bjelica ha visitato le saline di Cervia, in Italia, per imparare a conoscere le attività nelle saline al di fuori di quelle di Sicciole e per condurre una ricerca eco-etnografica comparativa. Ancor prima della visita ha studiato la struttura delle saline di Cervia grazie ai colloqui intrattenuti con la responsabile del Museo del sale (MUSA), la dott.ssa Annalisa Canali. Così come le Saline di Sicciole, anche le Saline di Cervia sono gestite come parco naturale (Riserva Naturale della Salina di Cervia) – Bjelica ne è venuta a conoscenza quando ha incontrato la responsabile del Centro visite, la dott.ssa Chiara Tiozzi. Ha incontrato anche il presidente della Salina di Cervia, il sig. Giuseppe Pomicetti, che le ha illustrato la produzione modernizzata del sale che avviene con la raccolta a macchina una volta all’anno. Tuttavia, una piccola parte della produzione di sale a Cervia è ancora dedicata alla lavorazione tradizionale del sale, che si svolge nell’area della salina denominata Camillone. Qui la produzione del sale è affidata ai volontari dell’Associazione Culturale “Civiltà Salinara”, che gestisce anche il museo della lavorazione del sale. Due dei volontari e il rappresentante dell’associazione hanno fornito a Bjelica una panoramica delle loro attività, delle sfide e dei progetti, e sono stati intervistati sul loro rapporto con la salicoltura.
I rapporti consolidati si sono rafforzati durante una visita successiva alla salina nel periodo estivo, quando di solito avviene la raccolta del sale. A causa delle piogge, ai primi di agosto, quando Bjelica ritornava a Cervia accompagnata da due salinai volontari delle saline di Sicciole, a Cervia non si effettuava la raccolta. Tuttavia si unirono ad un gruppo di volontari che, in quei giorni, pulivano le vasche di cristallizzazione della salina Camillone e cosi con il loro aiuto, apprendevano le particolarità della lavorazione del sale tradizionale a Cervia. Il reciproco interesse per i metodi di produzione del sale di Cervia e Sicciole ha portato ad un accordo secondo cui i salinai di Cervia avrebbero ricambiato la visita l’anno prossimo.
2° e 3° seminario del progetto: Primož Pipan sul patrimonio della salicoltura, Petri Berndtson sulla poetica elementale del sale
Capodistria e online, 23 gennaio e 18 aprile 2024 I seminari del progetto sono realizzati con l’obiettivo di trasmettere le conoscenze all’interno del gruppo di progetto interdisciplinare, visto che i membri del gruppo conducono ricerche sulla lavorazione del sale in diversi settori delle scienze umane ambientali e delle scienze sociali. Primož Pipan, collaboratore dell’Istituto di Geografia Anton Melik ZRC SAZU, che si occupa di geografia, ha realizzato un seminario per il gruppo di progetto dal titolo “Heritagisation of the saltern’s landscape” (“Patrimonializzazione del paesaggio delle saline”), sottolineando che concepire e il trattare in maniera separata il patrimonio culturale da un lato e naturale dall’altro ha conseguenze dannose per il paesaggio e per il rapporto dell’uomo verso di esso. Sostiene che i processi di patrimonializzazione devono essere concepiti in modo olistico per garantire lo sviluppo di un’attitudine verso il paesaggio che tenga conto della sua integrità. Petri Berndtson, esperto della filosofia respiratoria che lavora presso l’Istituto per gli Studi Filosofici e Religiosi del CRS Capodistria, ha intitolato il suo seminario “The Phenomenological Path Toward the Elemental Poetics of Salt” (“Il percorso fenomenologico verso la poetica elementale del sale”). Nella sua filosofia della poetica elementale del sale si ispira a due filosofi, Gaston Bachelard e Maurice Merleau-Ponty. Il primo si occupava della poetica degli elementi, ovvero acqua, aria, terra e fuoco, il secondo della percezione, della sua reversibilità e della possibilità di sperimentarla e percepirla. Berndtson ha portato il gruppo di progetto a contemplare un possibile percorso fenomenologico che, basandosi sull’esperienza e sulla sperimentazione, può stimolare l’immaginazione, compreso il sognare, e porta a un rovesciamento del pensiero elementale sul sale. La formazione dei cristalli di sale dai quattro elementi (acqua – salamoia, aria – vento, terra – petola e fuoco – sole) nella salicoltura può essere compresa anche dal punto di vista della cristallizzazione elementale, ossia di una visione schiarita del processo di formazione del sale e delle sue circostanze, in cui gli elementi e le loro relazioni giocano un ruolo chiave.
Lavoro sul campo nelle Saline di Sicciole
Saline di Sicciole, Lera, a partire dall’11 gennaio 2024
A partire da gennaio, la responsabile del progetto, Maja Bjelica, sta conducendo un lavoro sul campo nelle Saline di Sicciole, utilizzando l’osservazione partecipante come il principale metodo etnografico. Si è unita a un gruppo di salinai impiegati presso la società Soline, Pridelava soli, d.o.o., e insieme a loro ha eseguito i necessari lavori di ripristino dei fondi delle saline, tra cui il “tazar” (ammorbidimento e rafforzamento delle parti lesionate del fondo delle vasche di cristallizzazione), il lavaggio dei “cavedini” (vasche di cristallizzazione), la spianatura dei “cavedini” per consolidare i nuovi strati di fango e così via.
Dr. Maja Bjelica nel “tazar” dei “cavedini”, Lera, 15 gennaio 2024 (foto: Javier Betanzos)
2023
11° seminario del progetto: Nataša Rogelja Caf – Camminare, scrivere, walking seminar / annotazioni vaganti
Online, 6 dicembre 2023
Al primo seminario del progetto, la dr. Nataša Rogelja Caf, collaboratrice scientifica presso l’Istituto per l’emigrazione slovena e per le migrazioni (ZRC SAZU), ha tenuto una presentazione dal titolo “Camminare, scrivere, walking seminars / annotazioni vaganti”, introducendoci agli specifici metodi di ricerca antropologica utilizzati dal gruppo del progetto di base “Biografie delle rotte istriane: camminare e scrivere come metodi di ricerca degli spazi di confine” (ARIS J6-4611), che sta portando avanti dal 2022. Ci ha presentato inoltre il cosiddetto concetto del “walking seminar”, che viene regolarmente svolto nell’ambito del progetto e che costituisce la base della loro pubblicazione Annotazioni vaganti: una raccolta di saggi etnografici con riflessioni metodologiche sul camminare e sullo scrivere«
Contributo presentato al Simposio Internazionale sulle Ecologie Acustiche
Budapest, 21 – 25 novembre 2023
Maja Bjelica ha partecipato al simposio internazionale Beyond Listening: Agency, Art, and the Environment: International Symposium on Sonic Ecologies, organizzato da CENSE (Central European Network for Sonic Ecologies) al MOME (Moholy-Nagy University of Art and Design Budapest). Ha tenuto una lezione intitolata “Experiencing Listening Beyond Listening: Essay in Environmental Ethics of Care” in cui si è interrogata, tra le altre cose, sulle possibilità di un’etica dell’ascolto nello stabilire una relazione tra l’uomo e l’ambiente, come ad esempio le saline.
Incontri con i rappresentanti delle istituzioni che operano nelle Saline di Sicciole
Sezza, Pirano e Capodistria, ottobre – dicembre 2023
Durante i primi mesi del progetto di ricerca, i membri del gruppo di progetto abbiamo incontrato i rappresentanti delle istituzioni presenti nelle Saline di Sicciole: il Parco Naturale delle Saline di Sicciole, l’azienda Soline, pridelava soli, d. o. o., il Museo del Mare “Sergej Mašera” Pirano e l’Istituto per la tutela dei beni culturali della Slovenia (ZVKDS), Ufficio regionale di Pirano. Siamo riusciti a concordare una collaborazione di ricerca: abbiamo l’accesso garantito all’area oggetto della ricerca, i documenti e le strutture specifiche per la ricerca, ed il contatto diretto con la comunità salinara. Altri dettagli della collaborazione saranno definiti nel corso del progetto.
Risultati del progetto
2024
Bjelica, Maja. Elartemis#Saltemental. Serie di foto per il libro God in Post-Christianity: An Elemental Philosophical Theology di Lenart Škof. Cham: Springer, 2024.
Bjelica, Maja. “Poslušanje ritmov, poslušanje tišin” (“Ascoltare i ritmi, ascoltare i silenzi”). Lezione peripatetica all’evento TO)pot: Festival korenite zvočne hoje. Lubiana, 26 settembre 2024.
Bjelica, Maja e Matjaž Kljun. “Dediščina v zrnu soli” (“Il patrimonio in un grano di sale”). Programma televisivo Ljudje in zemlja. RTV Slovenia 1, 23 agosto 2024.
Kljun, Matjaž. “Soline” (“Le saline”). Talk show Pogled nazaj su Megafon TV. 19 agosto 2024.
Penca, Jerneja. “How transformative is the nature restoration law?”. Presentazione al workshop internazionale Nature-based governance: coevolutionary and transformative perspectives on the biodiversity and climate crises. Velke Karlovice, 24 – 26 settembre 2024.
Penca, Jerneja. “Neprecenljiva dediščina Piranskih solin in solinarstva zre v prihodnost” (“L’inestimabile patrimonio delle saline di Pirano e della produzione del sale guarda al futuro”). Notizia sull’evento Etnološki večer: Dediščina solinarstva (Serata etnologica: il patrimonio delle saline), tenutosi al Museo etnografico sloveno, 17 gennaio 2024. Pubblicato il 22 gennaio 2024.
Pipan, Primož. “Dediščina solinarstva: etnološki večer, Slovenski etnografski muzej, Ljubljana, 17. januar 2024” (“Il patrimonio delle saline: una serata etnologica, Museo etnografico sloveno, Lubiana, 17 gennaio 2024”). Relazione sull’evento. Bollettino dell’Associazione slovena di etnologia, anno 64, n. 1, 2024: pp. 140-141.
Pipan, Primož. “Terensko delo v solinah Nin, Pag in Ston na Hrvaškem” (“Lavoro sul campo nelle saline di Nin, Pag e Ston, Croazia”). Notizia sul lavoro sul campo nell’ambito del progetto. Heriskop, 27 settembre 2024.
Škof, Lenart, Sashinungla e Sigridur Thorgeirsdottir, ed. Elemental-Embodied Thinking for a New Era. Cham: Springer, 2024.
2023
Bjelica, Maja. “Experiencing Listening Beyond Listening: Essay in Environmental Ethics of Care.” Lezione al simposio internazionale Beyond Listening: Agency, Art, and the Environment, International Symposium on Sonic Ecologies, Budapest, 21 – 25 novembre 2023.
Eventi
2024
La salicoltura ieri, oggi, domani: impressioni e tracce della patrimonializzazione
Centro di Scienze Umanistiche, CRS Capodistria, 5 dicembre 2024
Il Centro di Ricerche Scientifiche di Capodistria, in collaborazione con la Sezione dei Beni Culturali dell’Unione delle Società Storiche della Slovenia, ha prepaprato un evento dedicato alla lavorazione del sale e alla sua patrimonializzazione. Il momento centrale dell’evento è rappresentato da una tavola rotonda, dove i relatori discutono i diversi approcci alla patrimonializzazione e il loro impatto sulla percezione delle saline al giorno d’oggi. L’evento prevede anche la presentazione del progetto di ricerca di base “Grano di sale, cristallizzazione della convivenza: la lavorazione del sale come saggezza ambientale esperienziale” portato avanti dall’Istituto per gli Studi Filosofici e Religiosi e dall’Istituto Mediterraneo di Studi Ambientali del Centro di Ricerche Scientifiche di Capodistria, nonché dall’Istituto di Geografia Anton Melik e dall’Istituto di etnografia slovena ZRC SAZU. L’evento è completato dall’inaugurazione e dalla visita guidata della mostra fotografica “Božo Štajer: Il mondo delle saline”, nata dalla collaborazione tra il Museo di Storia Contemporanea della Slovenia, il Pomorski muzej – Museo del Mare “Sergej Mašera” Pirano – Pirano e l’Istituto Sloveno per la Protezione del Patrimonio Culturale.
La cucina delle Saline: “merenda salinaia” d’oggi giorno
Museo delle Saline, Fontanigge, 26 giugno 2024
Con il contenuto del progetto abbiamo aderito al secondo evento del progetto di culinaria e di patrimonializzazione “La cucina delle Saline”, che per il quinto anno consecutivo viene organizzato dal Pomorski muzej – Museo del Mare “Sergej Mašera” Piran – Pirano, dalla Comunità Autogestita della Nazionalità Italiana di Pirano con la Comunità degli Italiani “Giuseppe Tartini” di Pirano e dall’Istituto sloveno per la Protezione del Patrimonio Culturale in collaborazione con altre istituzioni. A Fontanigge, nel cuore delle Saline di Sicciole, abbiamo trattato e anche degustato, tra le altre cose, la merenda dei salinai. La parte principale di questo incontro è stata un’intervista di gruppo condotta dalla responsabile del progetto, la dott.ssa Maja Bjelica, con tre salinai impiegati presso le Soline d.o.o
Maggiori informazioni sull’evento nel testo preparato da da parte della collaboratrice al progetto Barbara Bradaš Premrl
Museo Etnografico Sloveno, 17 gennaio 2024
Serata etnologica: il patrimonio delle saline
Il patrimonio delle saline ha segnato in modo significativo il luogo e la sua gente. In occasione della serata etnologica è stato presentato il film documentario 30 anni del Museo delle Saline, nato nell’ambito dell’omonima mostra del Museo del mare “Sergej Mašera” di Pirano e dall’Istituto sloveno per la protezione del patrimonio culturale. La proiezione del film è stata seguita da un colloquio sulla patrimonializzazione delle saline e sull’importanza delle saline al giorno d’oggi, moderato da Daša Ličen (Istituto di etnografia slovena, ZRC SAZU), che è stata anche la promotrice dell’organizzazione dell’evento. Sono intervenute Mojca Ravnik (Istituto di etnografia slovena, ZRC SAZU), Flavio Bonin (Museo del mare “Sergej Mašera” di Pirano), Matjaž Kljun (Istituto per la protezione del patrimonio culturale Pirano) e Maja Bjelica (Istituto per gli studi filosofici e religiosi CRS Capodistria).
Maggiori informazioni sull’evento in un articolo redatto da parte della collaboratrice al progetto Jerneja Penca e in una relazione preparata per Glasnik SED dal collaboratore al progetto Primož Pipan.
Le foto presenti sul sito web del progetto di ricerca sono state scattate dai membri del gruppo di progetto, salvo diversa indicazione.
Collegamenti
Sito web del progetto dell’organizzazione partner ZRC SAZU:
Sito web dell’Agenzia pubblica per la ricerca scientifica e l’innovazione della Repubblica di Slovenia, che sostiene finanziariamente il progetto.
Siti web delle organizzazioni di supporto: