Mercoledì, 26 giugno 2024, al Museo delle saline di Fontanigge del Parco naturale delle Saline di Sicciole si è svolto il secondo evento di quest’anno del progetto La cucina delle Saline 2024. Per la prima volta, il Centro di ricerche scientifiche Capodistria ha aderito all’organizzazione dell’evento nell’ambito del progetto “Il granello di sale, la cristallizzazione della convivenza: la produzione del sale come saggezza ambientale esperienziale”.
I visitatori si sono riuniti alle ore 18.00 all’ingresso di Fontanigge – Parco naturale delle Saline di Sicciole, da dove il trenino elettrico li ha portato al Museo delle saline. È lì che Matjaž Kljun (Istituto per la tutela del patrimonio culturale e Centro di ricerche scientifiche Capodistria) ha presentato la produzione del sale come elemento chiave del patrimonio culturale locale, dove da secoli si produce il sale in modo artigianale, tramandato da generazione in generazione. Il gruppo etnologico Femea dei salinari della Comunità degli Italiani Giuseppe Tartini ha presentato gli antichi tradizionaligiochi da tavolo dei bambini della zona, che i visitatori hanno potuto conoscere durante l’evento. Allo stesso tempo, la rappresentante del Museo Marittimo “Sergej Mašera” di Pirano ha condotto laboratori pedagogici.
È seguita una chiacchierata rilassata con i salinai sulla produzione del sale moderna, moderata (ossia
“gaverata”, come dice lei stessa – il gavero è l’attrezzo fondamentale dei salinai), dalla dott. Maja
Bjelica (ricercatrice presso il Centro di ricerche scientifiche Capodistria,salinaia dell’Associazione Muzofil). Hanno preso parte a una vivace conversazione tre salinai impiegati alla Lera che hanno condiviso la loro
esperienza sulla produzione del sale, quale mansione nelle saline è per loro più difficile e quale più piacevole. In breve, hanno definito la lavorazione del sale non solo come lavoro e avventura, ma anche come stile di vita. Hanno concordato che uno dei compiti più difficili era la stesura del fango marino sul fondo delle vasche dopo di che, a fine stagione, i salinai usano uno strumento speciale, la pala per “arare” una parte della superficie del fondo della piscina di sale, il cosiddetto cavedin,
per poi levigarlo. È un compito chiave per la coltivazione e la cura della petola – uno strato sottile e solido sul fondo delle vasche di sale nelle saline di Sicciole, composto da minerali, alghe e cianobatteri. I salinai mantengono con cura la petola, poiché la sua condizione è direttamente correlata alla purezza e alla qualità del sale prodotto. Un salinaio ha sottolineato che il compito più impegnativo per lui, che sta imparando a conoscere la produzione di sale in un modo nuovo, è quello di regolare il corretto livello di acqua nelle piscine, che è fondamentale per il successo della produzione di sale, in quanto consente una concentrazione ottimale di sale in acqua e quindi una cristallizzazione efficiente. I salinai controllano quindi attentamente l’afflusso e il deflusso dell’acqua, tenendo conto delle condizioni meteorologiche, delle stagioni e delle fasi di evaporazione. La precisa regolazione dell’acqua e l’attenta manutenzione della petola garantiscono un’elevata qualità del sale e una produzione equilibrata. Hanno inoltre sottolineato l’importante sfida della “lotta con la natura”, riferendosi alle condizioni meteorologiche imprevedibili, ossia alle grandi quantità di pioggia nell’ultimo anno, che richiedono un ulteriore lavaggio dei cavedini, in attesa che la salinità dell’acqua risalga.
Infine, nella conversazione, hanno parlato del moderno “brunch” salato, che oggi comprende principalmente pane, mortadella, paté, yogurt, pomodori e altre verdure, oltre a frutta di stagione, biscotti, toast, marmellate varie e creme di verdure spalmabili. Alcuni salinari portano alle saline il pranzo preparato in casa e talvolta si concedono anche un kebab o burek. A differenza del moderno pranzo in salina, la “merenda” del passato comprendeva ingredienti di produzione locale che fornivano energia e nutrienti sufficienti per il duro lavoro nelle saline: pane fatto in casa, prosciutto, olive, formaggio, pesce (spesso sarde), verdure fresche e uova sode. Una tale merenda rifletteva la semplicità e la resilienza della vita nelle saline. Possiamo quindi concludere che la moderna merenda salina segue sempre più le tendenze dell’alimentazione urbana. È seguito un incontro in cui i visitatori hanno visto e assaggiato la merenda odierna delle saline. Dopo il piacevole incontro e la deliziosa merenda, i visitatori sono tornati in trenino fino all’ingresso di Fontanigge, arricchiti di una nuova esperienza formativa e di “deliziosi” scorci sulla vita delle saline.
Redatto da Barbara Bradaš Premrl, collaboratrice al progetto Granello di sale
Organizzatori dell’evento:
Museo del mare “Sergej Mašera” Pirano, Comunità Autogestita della Nazionalità Italiana di Pirano, Comunità degli Italiani “Giuseppe Tartini” di Pirano, Istituto per la Tutela del Patrimonio Culturale della Slovenia, gestore del Parco naturale delle Saline di Sicciole, società Soline d.o.o., gruppo etnografico Famea dei salinari, Centro di ricerche scientifiche Capodistria e Associazione Muzofil.
Fotografie: dott. Dott. Jerneja Penca Maja Bjelica et al. Primož Pipan.
Lavoro delle ricercatrici e dei ricercatori del gruppo di progetto del progetto di ricerca di base “Il granello di sale, la cristallizzazione della convivenza: la produzione del sale come saggezza ambientale esperienziale” (J6-50196), finanziato dall’Agenzia pubblica per l’attività di ricerca scientifica e innovazione della Repubblica di Slovenia.